Vita D'uomini Morti

Romanzo d'esordio
 
Premio Casentino
Premio Kerasion
Premio Franco Loi
Premio Victoria 3.0


"Questo romanzo promana un fascino indiscutibile, che induce a leggerlo tutto di un fiato, l’autore alterna registri linguistici in modo sapiente, passa da termini ed espressioni dialettali o gergali a raffinate esposizioni con lessico aulico." 

 Premio Calvino


"Un romanzo molto ambizioso, letterario, con una scrittura violenta, massimalista, profonda, a tratti distopica, senza grandi compromessi di accessibilità verso lettori meno avvezzi a storie viscerali. È una lettura per certi versi rara da incontrare, coraggiosa per lo stile e il linguaggio". 

Paolo Valentini


"Giulio Risi è un autore eccezionale, riesce a descrivere perfettamente gli scenari che descriveva una volta Pirandello, i suoi personaggi bipolari.”  

Premio Kerasion


"Arrivando dalla prosa media di quello che in genere si legge oggi, scritto in una lingua servile, si entra in questo romanzo come in una dimensione smarrita, subito sorprendente e affascinante. Una scrittura ricca, ispirata, piena di continue meraviglie. Una dimensione musicale. Giulio, che è pianista jazz, mi aveva detto che cercava di riprodurre sulla pagina quello che faceva con gli spartiti, attraverso i ritmi, le pause, le onomatopee. Ci è riuscito. Una lingua che frase dopo frase trascina e cattura all'interno di un’atmosfera che non è facile lasciare e che di sicuro sarà difficile da dimenticare. Quello che prevale e rende straordinario questo testo è proprio la bellezza, la ricchezza della scrittura, l'inventiva con lui l'autore dà vita ai personaggi, al loro scavo interiore, così come al loro mondo esteriore, ritratto con lucentezza anche nei suoi aspetti deteriori, con metafore sempre inaspettate e descrizioni che portano nell’oggetto una grazia che da sola non si mostra".


Giuseppe Munforte



"Vivere è come essere uno sciame di storni, un mantice che s’apre e si dissolve per poi richiudersi ostile come un pugno; procediamo decisi verso un punto ma spesso collassiamo all’improvviso; a volte siamo uno stormo che s’innalza, altre il suo guano, che viscido si schianta sulla terra."